mercoledì 21 maggio 2008

I Web Standards limitano che?!

Ora, non so se dettata da non informazione, da incomprensione della storia del WSG
oppure da fallacia logica ma sento sempre più spesso dire che la 'adesione totale agli standards limita la 'creatività* del web designer'.


Sia detto senza mezzi termini. Questa è una sciocchezza inaudita.

Addossare la colpa di dover ricorrere a fix vari per visualizzare .png con canali alpha a quel bug ambulante chiamato IE, rendendo di fatto non valido il codice, é confondere la causa con l'effetto.Non è che usando gli standards il web site ha problemi di visualizzazione in IE ergo gli standards 'limitano' il nostro lavoro ma siamo costretti ad usare fix perché Microsoft non aderisce agli standards.

Se non si é capaci di implementare una Web UI senza strafare e non tenendo conto delle limitazioni del software che andrà a renderizzare la UI, non é di certo colpa del WSG ma di chi crede che il web design sia 'graficare' e non costruire un framework comunicativo basato su la diffusione di determinate tecnologie con i propri limiti ove il contenuto possa essere valorizzato ed usato. Ed anche, certo, delle software house che se ne fregano di standards condivisi perché cercano il lock-in e, quindi, tentano di limitare quanto più possibile il medium all'uso delle proprie tecnologie.

Si può costruire benissimo una forchetta con manico distorto. Sarà di certo 'originale'. Ma poi sarà usabile nel contesto appropriato? Questo é quanto si cercava di dire altrove riguardo la forma mentis e la progettualità. La usabilità é il fondamento del web design in quanto prende in considerazione, sin da subito, il medium nel quale questo design andrà a vivere.

L'opera che, nel corso degli anni (chi di voi ricorda le prime battaglie nel lontano 1998. Gasp! Son proprio vecchietto), il WSG e tutti noi abbiamo svolto costituendo vari gruppi di pressione, alzando polveroni, chiamando le software houses a rispondere delle loro mancanze è di fondamentale importanza e non solo per il ristretto nugolo degli operatori del settore.

E' di capitale Interesse anche per il cliente. Usabilità, accessibilità, aderenza agli standards assicurano che ciò che si vuole comunicare, il prodotto che si vuole vendere, giunga a quanti più potenziali clienti possibile e che il medium che permette questa trasmissione sia pienamente godibile. Un cliente che chiude la finestra del browser perché non é riuscito ad orientarsi nel web site é un cliente perso. Un cliente perso é un cliente in meno sul libro contabile di fine anno.

Il web é business non galleria d'arte. Il business si nutre di clienti. I clienti sono, con varie periferiche, alla ricerca di informazioni. Le informazioni devono essere trovate dai clienti e presentate, su tutte le periferiche usate dai potenziali clienti, nel modo più usabile in modo da passare alla vie di fatto dell'acquisto (on line o off line, non importa).

Fino a prova contraria questo è quanto colui che commissiona un web site vuole sopra ogni cosa. Il belletto serve solo per attirare le allodole.

Questo è uno degli scopi del WSG. Invece di lasciarci limitare da lock-in non sistemici, far pressione su chi di dovere perché eliminino i limiti posticci (quelli sistemici essendo ineliminabili). Diffondere la cultura del medium e non il far west del 'cane sciolto'. Aumentare la consapevolezza di un ecosistema complesso e destinato ad influenzare profondamente il nostro modo di esperire la vita.

Come si pretende di affermare la propria professionalità se si vede nel web design solo il lato belletto senza interrogarsi sul medium stesso, le sue finalità, la sua storia, i suoi limiti e le sue potenzialità?

Ma al cliente cosa gliene importa? Ci si potrebbe domandare.

Ma allora come pretendete di affermare una professionalità diversa dal semplice cliccare i bottoni, come il cliente tipico del freelancer vede questa figura, se non mostrate che il vostro lavoro è in diretta e fondamentale relazione con il business del cliente e non semplice accessorio, rispondo.

Se non glielo dite voi, come fa a venirne a conoscenza? Come fate a definirvi esperti della comunicazione (nel web) se poi non sapete comunicare la vostra professionalità?
Come pretendete di vendere i vostri servigi se non comunicate quello che essi possono fare per il potenziale cliente? Insomma, questo è l'abc del marketing!

Quel che più mi meraviglia di tutto ciò é che, spesso, viene da coloro che da poco sono entrati nel business, dai freelancers 'di primo pelo' (nessuna offesa né giudizio di valore ma semplice riferimento agli 'anni di servizio' e alle dinamiche di mercato) e che, dunque, avrebbero tutto l'interesse ad affermare la specificità di questo mestiere, la profonda conoscenza delle dinamiche del web, della comunicazione nel medium in oggetto. Quelli di noi la cui professionalità non abbisogna di essere ribadita e che lavorano con target clienti che queste cose ben sanno non avrebbero alcuna necessità di difendere queste motivazioni.

Eppure siamo qui a farlo.



*lasciamo perdere una definizione di 'creatività' ma mi sarà permesso arguire che, in fase di studio prima ancora che di realizzazione del mockup, non ci vuole molto per trovare vie alternative che, spesso, risultano originali. Del resto, come sanno bene i matematici, la risoluzione di un problema è spesso più creativa del semplice andare a briglia sciolta. Spesso. nel cercare di superare un ostacolo, si trovano sentieri inesplorati.